Il cinematografo deve proclamare i suoi titoli di nobiltà e vincere uno schiavismo da cui tanti uomini coraggiosi cercano di affrancarsi.
― Jean Cocteau
Tu mi spaventi,
tu mi dispiaci,
tu mi affascini:
ci si vendica.
― Lise Deharme
Il fuoco della prima edizione di Ultracinema Art Festival è un cinema impuro ibrido bastardo.
Cinema narrativo che dialoga con la forma saggio.
Cinema di figura che si apre all’astrazione.
Cinema di attori che si lascia invadere dal documentario.
Cinema documentario da cui irradia la magia del cinema.
Cinema che si fa fiero carico di una maledizione che non è, beninteso, il suo fine.
Cinema bandito, prestigiosamente invisibile.
Cinema spericolato che scansa i due pericoli contro cui mette in guardia Orson Welles: l’autosufficienza del contenuto, la facilità delle formule.
Cinema pendolo che oscilla tra il pudor e l’horror, l’empatia e l’entomologia, la croce e la delizia, l’incanto e il disincanto, l’eclissi e l’ellissi, la tenerezza e la brutalità.
Cinema antidogmatico che impone all’autore un ripensamento, se non un ribaltamento, della sua idea di cinema, stabilendo nella sua vita di creatore un prima e un dopo nel segno dell’ancora oltre o del mai più o…
Cinema erotico eretico: cinema erratico.
Cinema tra cane e lupo: cinema fusionale metamorfico bestiale.
Cinema che dà voce ai senza voce.
Cinema dei fuoriclasse e degli espulsi.
Cinema dei primi e degli ultimi.